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SDF 86 - di topi, di paperi e cinema

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Questo numero di Scuola di Fumetto, che trovate in edicola, incontra come sempre uno sceneggiatore.
Questa volta un nome della produzione Disney su «Topolino», la più classica.
Ma Paperi e Topi con Roberto Gagnor sono pronti a vivere avventure meno prevedibili, per esempio a incontrare la storia dell'arte e lo stesso Walt Disney in persona assieme a Salvador Dalì.

Ecco un breve starlcio dall'intervista a Gagnor, dove scoprirete che lo sceneggiatore è totalmente dedito alla banda Disney per quello che riguarda il fumetto, ma assai curioso anche d'altro, scrive persino per ilPost ... soprattutto cinema, e non solo in Italia.
Sceneggiare è raccontare storie attraverso sequenze di immagini... e di questi tempi non è poco.

La parola a Gagnor


Quali sono stati i tuoi primi passi?

«Be', io sono uno di quelli che ha sempre scritto e disegnato. Da bambino disegnavo e scrivevo le mie storie sui taccuini a quadretti: rileggendoli adesso mi sembra di non aver cambiato stile! Certe cose le avevo capite già allora, certe cose non le ho ancora capite oggi. Però ho sempre scritto, disegnato e letto tantissimo. Ho iniziato con l'idea del fumetto, ma dopo il liceo classico e Scienze della Comunicazione sono passato anche al cinema. Dopo qualche orrido corto, ho racimolato i soldi per un corso estivo di regia e sceneggiatura di due mesi, negli USA».
© Disney - disegni di Giorgio Cavazzano


Narrazione disneyana, che cosa implica prima di tutto?

«Implica soprattutto capire che questi non sono pupazzi di paperi o topi. Sono ESSERI UMANI travestiti da paperi e topi. Hanno idiosincrasie, difetti, pregi, particolarità. Pippo e Paperoga sono molto diversi tra loro e non sono "due sballati". Topolino non è un precisino noioso: lo è se lo scriviamo male. Poi ci sono regole di linguaggio e contenuto che partono dal fatto che stiamo fondamentalmente scrivendo per dei bambini (anche se il target poi arriva fino ai novant'anni), ma la chiave secondo me è questa. E poi la voglia di far divertire i lettori, di dare loro una pausa, una sosta, una distrazione. Che non vuol dire offrire contenuti banali o stupidi: ma pensare a raccontare storie e a divertire, prima di tutto».

 Molti che desiderano entrare in Disney, ci chiedono come farlo...

«Be', io ho spedito i soggetti in redazione, via posta, come chiunque altro! Poi ho lavorato tantissimo per imparare e padroneggiare lo stile Disney. Sicuramente bisogna lavorare molto per adattarsi a quello stile lì: come dice proprio Ezio Sisto, non scrivere storie di Gagnor che poi sono anche Disney, ma proprio il contrario. E poi andare per gradi: iniziare a scrivere storie brevi, ma che funzionano». 

Grandi consigli di uno sceneggiatore che ha ormai ha davvero molte storie disneyane alle spalle, ma magari per conoscere la sua anima cinematografica in questo sito o meglio ancora: divertitevi e andatea vedervi questo corto.


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