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DD: Domani Dylan

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Claudio Villa
© SBE

«È impossibile dire come cambierà  Dylan Dog, non dipenderà solo da me, ma da quello che tutti gli autori riusciranno a fare.
Di sicuro non sarà certo Dylan 2.0, ma se vogliamo usare un termine informatico saràdowngrade: un tornare al sistema operativo precedente. Cercare di ritornare all'origine, al Dylan Dog che era e che è anche, rileggendolo, ora.
Il primo DD è simile a una serie televisiva odierna, mentre le storie attuali no. Lo scopo è quello: riportarlo a quella attualità e modernità». 

Questo ci dice Roberto Recchioni,  ufficialmente da l'altro ieri, nuovo curatore di Dylan Dog.

Angelo Stano © SBE

Dylan riuscì, poco dopo la sua uscita, a mutare il pubblico bonelliano, ad attualizzarlo.
Attorno poi nacquero eventi nuovissimi per il mondo del fumetto, come il festival di film splatter, e DD divenne icona per molte pubblicità progresso, rivolte a un pubblico giovane.

Immaginiamo che anche oggi questo vada fatto, in modo nuovo, ma coerente con quello che fu il rilancio di Dylan nel momento del suo successo popolare, dovuto in primis al passaparola, cioè ai suoi lettori.
Roberto Recchioni è sicuramente vicino a questo modo di comunicare. 

Ce ne parla (ma è presto per chiedere di più, basterà seguirlo nei prossimi giorni sul suo sempre aggiornato blog) accennando al futuro prossimo:

«I temi e le sensibilità saranno legati agli autori coinvolti. Tiziano è una persona che era 10 autori in 1, io invece sono vicino a Dylan Dog solo sotto alcuni punti di vista, Paola Barbato sotto altri, dobbiamo essere tanti per fare uno Sclavi solo.
Personalmente non scriverò, penso, molti DD, forse un paio all'anno... ma ci penserà un nuovo mix di autori a ricreare quel Dylan Dog competo».

– E il tuo apporto sarà solo da sceneggiatore e supervisore? E la tua capacità di agire in rete e con il pubblico?

«So quello che farò per certo: io cercherò di comunicare Dylan Dog, nel mondo del fumetto Bonelli, come non ho mai comunicato».

Rrobe è sicuramente un grande sceneggiatore, ma è anche un grandissimo comunicatore in rete.
Imbattibile.
Unire le due virtù è molto utile per un Dylan Dog che ha usato tanto la comunicazione, ma quella di 25 anni fa, e trova nel suo creatore un autore geniale, attento a tutta la narrazione sotto ogni forma, ma poco presente in rete.
L'unione fa la forza, ce lo insegnavano da piccoli. Era la fiaba in cui il vecchio padre morente raccoglie i figli e dimostra come sia facile spezzare ogni fuscello e impossibile spezzare la fascina.
Che cosa porterà il fuscello Recchioni ai fuscelli del mazzo Dylan Dog?
Che cosa stanno immaginando ASSIEME?
Ce lo dice lui, stanchissimo (ma felice) dopo Torino, e dopo incontri e riunioni plenarie attorno all'Indagatore dell'Incubo. Perché è tutto sommato un animo gentile quello che si cela nello scatenato polemizzatore di rete e ci vuol bene (perciò lo leggerete meglio e più su Scuola di Fumetto 89, a luglio).

Gli facciamo ancora due domande, molte altre le approfondiremo presto:

– Ma tu che con Orfani ti rivolgi a un pubblico dai 12 anni in su, porterai anche Dylan a dei lettori più giovani?
«Per età dei lettori e modo di arrivarci vaghiamo ancora nel buio. Non credo che con Dylan potremo arrivare a 12enni, non per qualità del prodotto, ma per la sua storia: DD ha scritto sul dorso n.300 e passa, è difficile recuperare lettori così giovani con una serie ormai storica, ma i ventenni sì, e ci punto».

– Che lavoro tocca fare subito? Che fare con tutte le storie già scritte e disegnate? Gli archivi Bonelli sono sempre ricchi di materiale...

«Riprenderemo in mano tutto il materiale già pronto e faremo un lavoro di riscrittura io, Paola Barbato e ovviamente Tiziano Sclavi. Poi ci sono da scrivere subito nuove storie e da preparare materiali per gli sceneggiatori e i disegnatori dove spiegare la linea e i cambiamenti, anche piccole modifiche a Dylan stesso». 

– E Groucho, personaggio divertente ma difficile, si evolverà?

«Groucho resta ovviamente, non so ancora bene come interpetarlo, è un dilemma grosso. Una delle indicazioni di Tiziano è che lo si usi solo se gli si sanno dare delle battute buone, inutile copiarle da internet o inzepparlo a forza: se non hai un buon umorismo, meglio che in quella storia vada in vacanza.
Personalmente investigherò sulla mia personale interpretazione di Groucho che è più orrorifica rispetto a quella di Tiziano, come anche quella di Paola...»

Tutto da decidere, dunque, anche se sicuramente Tiziano, Roberto e gli altri hanno già un a direzione.
Della presenza di Tiziano Sclavi, del suo ritorno, parleremo domani, con novità e sussurri.
Cambiamenti, ma ci sembra un bel segno, non di crisi, ma di rinascita.
Qualcosa che dovrebbe accadere anche fuori del fumetto: cercare i nostri valori, i nostri punti di forza e rinforzarli, rinnovandoli.
È così che si esce e si cresce, cacciando i mostri.

Davide De Cubellis © SBE

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