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Rat-Con: c'eravamo!

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Forse ve ne sarete accorti, visto che ho tempestato Facebook, Istagram e un po' d'altro con foto e aggiornamenti. D'altra parte valeva la pena esserci sabato a Parma. Per Ortolani, prima di tutto. E, come ha detto lui, per il suo pubblico, i suoi lettori, i suoi fan. Il gruppo duro è ormai composto da giovani padri e madri di famiglia e omaccioni con panzetta, ma ancora voglia di girare in maglia gialla e lanciare grida di guerra. Ma ci sono lettori di ogni età, come si evince da questa foto.

Il festeggiamento è stato ricco e semplice, piatto forte: Ortolani.
Spazi belli e importanti per ospitarlo, scorta seria, da Lupoi a Plazzi, a Cavalli , poi al sindaco di Parma, appassionato lettore e che, assieme all'Assessore alla cultura, promette una presenza seria del fumetto nella città. 

Infine Bollani ad accompagnare a contrappunto Leo che parla o legge un brano dal n. 100 (sì, noi che c'eravamo l'abbiamo già avuto e letto), cantando anche in francese "la vie en rose"...

Bene, al mattino un'oretta e mezza di chiacchiere con un gruppo ehm ehm "ristretto" (un salone pieno), al pomeriggio una folla di 700 lettori  e stampa, ovviamente, che si son visti entrare sul palco uno strano Giuseppe Verdi...
e poi 700 dediche sul numero 100 o un albo a scelta.
Speriamo che oggi la mano di Leo sia sana... perché dopo il 100 Rat-Man continuerà fino a che non sarà il giusto momento per la sua conclusione. Speriamo ci voglia molto.

Ma abbiamo registrato le lunghe chiacchiere di Leo, e così abbiamo pensato di pubblicarle qui in varie tranche, per rendere più completo l'articolo che troverete la prossima settimana su Scuola di Fumetto.
A proposito, DOMANI è il suo compleanno, fategli gli auguri!

Cominciamo

Sì, nel '97 dissi che avrei finito Rat-Man col numero 100, ma  se avessi potuto davvero far previsioni ... non ci è riuscito neanche Nostradamus... allora annunciare la fine era più un augurio (di arrivare al 100) che una minaccia... ero solo al numero 3!
Un personaggio non può finire perché lo si decide, finisce quando è il suo momento... dunque devono concludersi molte cose, non si può troncare una serie all'improvviso. Pensate un po' Tex... anche se non sarebbe male una fine improvvisa, che effetto,! Tex, con tutte el vendite che ha ora e tutte le ristampe, pensate, cade da cavallo e tac. Muore.
E chi potrebbe mai raccoglierne l'eredità? Giusto Zagor.
(No, Saguaro no, non credo).
Leo benedica la folla che attende il suo turno per entrare ed essere rattificata

Io ho bisogno dar sognare le persone, per questo mi sono dato all'arte non arte, la nona arte... che la 6^ è il rutto parlato, la settima la pittura su chicchi di riso, l'8^ il tango, la 9^ appunto è il fumetto e ora discutono per la 10^, non sanno se  sia collezionare tappi di plastica del latte oppure l'uncinetto.


(qualcuno gli chiede come sia riuscito in tutti questi anni e con il grande successo, a mantenere sempre una grande densità e coerenza, senza perdersi).

Ho fatto tutto io, di gost writer non ne ho mai cercati, altrimenti cesserebbe tutto il divertimento.
E poi sarebbe come in quelle trattorie, che dici andiamo lì, che la Pinuccia fa le tagliatelle molto buone. poi la Pinuccia se ne va, e tu troni una volta, ma le tagliatelle non sono le stesse, e allora dici, senti, andiamo in quell'altra trattoria là dietro...
Al massimo potrei fare degli spin-off, di Brakko o uno lunghissiiiiiiimo di Cinzia.
Roberto Recchioni mi ha chiesto di fare un Dylan Dog, ma non so, ma prima – eheh – dovete farmi fare un Texone! (sì, ho fatto Ratolik, ma è diverso)

(Lupoi si inserisce: prima ci disegni un Topolino)
Non me la sentirei, Topolino ha una sua linea così particolare, ha storie di avventura,me unite a una comicità che è proprio sua, ed è per tutti. Invece la mia comicità è per 2 (coro: noooo), diciamo 3, 4 chi offre di più?
Il fan club 

Come faccio a fare tutto e ad essere sempre puntuale? (lo dice Lupoi, applauso degli addetti ai lavori che sanno quanto questo sia un miracolo)
Sono 17 anni che lo faccio. Lavoro tanto, mi alzo alle 7 e poi disegno e scrivo sempre, e quando non posso, arrivo fino alle 2 di notte, ma quello che non faccio oggi lo farò domani, la mia organizzazione è tutta qua.
Ma se ho potuto fare questo... beh, tutto viene credo dal fatto che da "ragazzina" dall'84 al '96 tenevo un diario, ecco, Rat-Man inizia nel '97, ed è il proseguimento di quel diario.
Non solo Rat-Man, Venerdì 12 sono io... e Giuda? Giuda è i miei amici di allora, che facevano scommesse se la ragazza di turno (mi mollavano tutte) mi avrebbe mollato dopo due giorni o una settimana... simpatici eh.
Se ho fatto tutto però è anche per le persone che ho avuto vicino, a partire dalla mia famiglia, che me l'ha permesso. Mio papà solo una volta mi disse: ma ecologia proprio no? e basta. Mi è sempre stata data fiducia.
Poi se vedete le 100 copertine esposte qua, ecco, i colori sono di Lorenzo, mio fratello, che ha lavorato dalla 21 a farle sempre più spettacolari.
Babbo, mamma e Lorenzo (e dietro Giacomo Bevilacqua-panda)
Io ho un concetto autoriale del fumetto, quel personaggio per me è così, perché l'autore è quello e lo fa così.
Dylan Dog era Sclavi, non ci stanno balle. Quando lessi il DD di Chiaverotti, capii subito che era cambiato. Il personaggio è quell'autore là. E quando un autore non lo scrive più, allora dovrebbe chiudere anche il personaggio.
Lo so che dico questo contro a ogni logica, lo dimostrano gli 80 anni di Topolino, il successo di Tex, o di Spiderman...
Comunque quando dissi che avrei chiuso col numero 100 era un augurio, che significava "arriverò fino al numero 100".
Allora pensavo che Rat-Man sarebbe finito togliendosi la maschera, perché ormai era diventato autosufficiente, non ne aveva più bisogno, la maschera non gli serve più. Ma quello ero io allora. Oggi so che se porti una maschera per 40 anni non puoi più togliertela.


(Continua prossimamente sul blog e su SdF #91)

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